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giovedì 30 gennaio 2014

Pro Bono (lo stradario della legalità)

Pro bono è una locuzione latina che ormai possiamo sentire solo in qualche legal thriller, perché difficilmente vi sono tra noi medici o avvocati disposti ad impegnarsi gratis a favore di chi non ha disponibilità economica sufficiente.
Cosa c'entra pro bono lo vedremo alla fine, se avrete la pazienza di seguire la mia cronaca, basata su quanto ho letto e sentito di recente.

Primo scenario: ex scuola Antognini di Ancona, via Canale, una delle tante scuole abbandonate che abbiamo in città, consegnate al degrado e alla rovina.
Ieri cinque ragazzi, fra cui due minorenni, si sono abusivamente introdotti nel suddetto immobile.
Si saranno aggirati per le aule deserte e avranno tirato qualche calcio al pallone, rischiando di farsi male a causa delle condizioni fatiscenti dell'edificio.
Qualcuno dei residenti ha comunque chiamato la polizia, sono arrivate le Volanti, li hanno portati in Questura per gli adempimenti di rito eccetera.
Il che significa che questi ragazzi e le loro famiglie sono entrati in un ingranaggio che potrebbe redimerli o stritolarli, perché comunque immagino che vi sarà un'accusa per invasione di edificio pubblico (art. 633 codice penale).

Drammatico per chi ci capita, ma anche giusto...
Senonché ecco il secondo scenario.

In un'altra ex scuola di Ancona, la Regina Margherita di via Ragusa, credo anch'essa inagibile, è in atto da più di un mese non una occasionale "invasione" ma una stabile occupazione da parte di un gruppo variabile di senza tetto di molteplici provenienze, supportati da associazioni, gruppi ed esponenti politici locali di opposizione, nonché dalla solidarietà di tanti cittadini che forniscono il necessario per l'alloggio ed il mantenimento.
I loro portavoce, sia senza tetto sia anconetani impegnati nel sociale o nel politico, hanno iniziato un braccio di ferro col Comune, che peraltro sin dai primi giorni ha provveduto al riallaccio di acqua ed elettricità, ed hanno impedito in almeno un'occasione l'ingresso a Sindaco, Assessore ed assistenti sociali.

Drammatica necessità per i senza tetto, ma anche drammatica ingiustizia rispetto al primo scenario, perché in via Ragusa, a quanto è dato conoscere, non si sono seriamente prospettate azioni penali.
In via Ragusa, a quanto si sa, nessuno è stato caricato su una Volante, portato in Questura e denunciato, nonostante l'abusiva occupazione.

Il mio non è un discorso razzista, perché per me quegli studenti che hanno bigiato la scuola ieri mattina possono pure essere cinesi, etiopi, dominicani, albanesi o quel che sia.
Da tempo inoltre sostengo che lo Stato deve garantire un'esistenza dignitosa a tutti, dalla culla alla bara come si diceva una volta, senza alcuna distinzione (neppure tra lavoratore e sfaticato).

Fatta questa precisazione, concludo tornando al pro bono.
Mi rivolgo a coloro che tra i sostenitori di via Ragusa esercitano la professione di avvocato, e chiedo loro un gesto nobile e di giustizia senza distinzioni: la rappresentanza e difesa di chi, fra quei cinque ragazzi, appartenesse ad una famiglia che non può permettersi un legale di fiducia.


Pro bono publico.


trattamento base (welfare reloaded)
agibilità per tutti
il disagio che nasce dall'agio

lunedì 13 gennaio 2014

Infangare A Piacimento

Non so cosa spinge a farlo, se cattiveria, noia, voglia di mettersi in mostra o solo leggerezza.

Ma un comunicato sindacale che ti colpisce ingiustamente, diffuso in posta elettronica a 761 destinatari, con il quale sei additato assieme ad altri due colleghi (mancano solo i nomi) come lavoratore incapace e mancante di rispetto verso gli altri dipendenti, colpevole anche di averli costretti ad affrontare disagi (viaggi sul gelo o sotto la neve), è una badilata in fronte.

E non importa che cosa ti ha spinto, te sindacalista, a farlo.
E non importa se hai sbagliato la mira o se il colpo t'è partito per sbaglio.

Una intera pagina di comunicato non è un "imbecille" che sfugge per disattenzione in un attimo di rabbia e che in un attimo ci si può rimangiare.

Una cartella ci vuole tempo a scriverla, anche se poi basta un attimo per spedirla a 761 persone.
Molti di noi hanno moglie, figli, genitori, fratelli: il fango rischia di far soffrire anche quelli ci stanno vicini.

Dopo un cinquantina di giorni non riesco ancora a capacitarmi di come sia possibile che tu, quadro sindacale regionale, non abbia avuto il tempo di inviare (con un semplice click), a quei medesimi 761 colleghi, anche una semplice nota (non serviva un'altra cartella), magari solo per dire che le illazioni contenute nel precedente comunicato (oltretutto immediatamente e pubblicamente confutate dall'amministrazione punto per punto) erano frutto di informazioni imprecise.

Sarebbe troppo umiliante, per te quadro sindacale?
Sarebbe troppo coraggioso?


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