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lunedì 22 luglio 2013

Depressione Mortale II

Torno a trattare questo argomento perché sono state diffuse nuove informazioni.

Sembra che il magistrato calabrese di 62 anni che ad aprile scorso ha messo in atto, in una clinica svizzera, il suicidio assistito, fosse caduto in grave depressione perché gli era stata diagnosticata una malattia mortale incurabile, dei cui sintomi peraltro il poveretto non sembra avesse a soffrire.

Effettuata l'autopsia a richiesta dei parenti, pare che la diagnosi dei medici fosse completamente errata.


Dunque l'uomo non aveva una malattia incurabile e non avrebbe perciò avuto un reale motivo per sentirsi mortalmente depresso fino a togliersi la vita.

Sì, togliersi la vita perché, pur se assistito, sempre di suicidio deve trattarsi, anche in Svizzera.
Viene effettuata una videoregistrazione ad attestare che hai liberamente scelto e che ti somministri da solo la pozione mortale, girando una valvola oppure col bicchiere o magari una cannuccia se non muovi le mani.


Ora dicono che l'assistenza al suicidio viene concessa solo in caso di malattia degenerativa incurabile, ma c'è una sentenza federale del 2007 la quale impone che nessuno venga privato di questo diritto, neppure malati psichiatrici o mentali o come li si voglia definire.

Situazione miseramente complicata, tanto che la Corte europea dei diritti umani ha richiesto che si faccia chiarezza nella legislazione elvetica in materia.

Comunque, ritornando al magistrato calabrese, forse ora vi saranno indagini e procedimenti a carico dei medici che sbagliarono la diagnosi che portò alla depressione che portò alla clinica dove ci si può suicidare in maniera asettica e indolore (anche se non siamo affatto sicuri che le esecuzioni per iniezione letale, dove credo si usi lo stesso farmaco, siano così indolori).

Penose imputazioni e ricusazioni di responsabilità, probabili richieste di risarcimento ecc.

Tutto il contrario di ciò che ritengo l'uomo disperato avesse scelto, pensando di andarsene in punta di piedi senza clamori e senza complicazioni per coloro che aveva a cuore.


il prezzo del dolore
uomini e prezzi
Depressione Mortale

martedì 16 luglio 2013

Il Vero Restitution Day

I deputati del Movimento 5 Stelle hanno celebrato la restituzione di un milione e mezzo di denaro pubblico dopo pochi mesi di mandato (**).

Onore al merito.
Sono soldi risparmiati grazie alla loro sobrietà e possiamo soltanto ringraziarli di questo gesto forte e concreto, con la certezza che nessun altro seguirà l'esempio.

Ma ci sarebbero altri conti da saldare nel dopo voto, forse anche più pesanti.

Perché stavolta i partiti han passato il segno col loro
comportamento vergognoso.

Non per aver formato un governo che era l'unico possibile, ma perché al momento di prendersi le responsabilità che dovrebbero essere la ragione della loro esistenza, hanno immediatamente sciolto le alleanze elettorali.

Un repentino voltafaccia con cui PD e SEL da una parte, PDL e Lega dall'altra han fatto come se non si conoscessero, tanto che oggi abbiamo SEL e Lega all'opposizione.

Coalizioni elettorali da operetta che non hanno retto neppure un mese, in pratica già sciolte dopo la conta dei voti.

Comportamento indegno e disdicevole da parte di tutti e quattro i partiti in questione.

Ma se fosse possibile PD e SEL, che hanno usufruito come coalizione del premio di maggioranza, dovrebbero restituirlo.

Perché, come coalizione temporanea ed opportunistica, alla Camera hanno superato gli altri di un misero 0,4% ed hanno avuto più del doppio dei deputati. (**)

Lo so che è irrealizzabile, ma qualcosa di simbolico bisognerebbe inventarsi e quello sì che sarebbe un grandioso Restitution Day.

La restituzione di un po' di dignità al nostro voto.


elezioni 2013 - II
cambiare le carte in tavola 

martedì 9 luglio 2013

Strappato A Morsi



Ancora stamattina gli USA non si raccapezzavano sull’Egitto.

Considerare la deposizione violenta del presidente Morsi da parte dell’esercito un vero colpo di stato, oppure farlo rientrare nei canoni della dialettica democratica?


Molti ora parlano di transizione, ma i giochi di parole non sono simpatici se grondano del sangue dei fratelli.


Morsi, che a giugno del 2012 sconfisse il candidato dei militari, è il primo presidente egiziano eletto democraticamente.

C’è una costituzione in corso di scrittura, ma adesso ci penserà l’esercito a metterla ai voti per poi eleggere il parlamento nel 2014, e già si capisce che se va bene si voterà nel 2015.


E’ ingiusto che la storia la scrivano i vincitori, ma che perlomeno non usino le armi.


Ancora più brutto che in rete ci sia chi auspica anche da noi un rovesciamento degli esiti elettorali a seguito di proteste di massa; mi piacerebbe sapere come vorrebbero fare.


In Egitto hanno banalmente usato l’esercito, ma in fondo non dispiace troppo a nessuno.

Non ai conservatori, spesso favorevoli ad azioni militari, e neppure ai progressisti puri e duri, per i quali ogni potere che si ispiri, come nel caso di Morsi, a fondamenti religiosi, anche se condivisi dalla gran parte del popolo, è comunque da abbattere.


Pensano che un potere laico, anche se imposto od importato a forza, sia sempre preferibile ad un potere religioso anche se fortemente radicato fra la gente.