Avevamo già notato come i
posti di lavoro necessari per la nostra economia siano in
costante diminuzione e quindi insufficienti rispetto alla
domanda, anche da parte di chi ne avrebbe assoluto bisogno per
campare.
Con ben diversa autorevolezza, pochi
giorni fa il prof. Prodi (*) ha tra l'altro rilevato come siano milioni nel mondo i posti di lavoro resi inutili dall'automazione e dall'informatica
Urge perciò un totale ribaltamento
di approccio.
La mistica del lavoro che nobilita
l'uomo e il luogo comune che chi non lavora è uno scansafatiche,
necessariamente si svuotano di significato a fronte del taglio di
posti disponibili.
La mia Proposta? Eccola.
Alloggio, vitto, salute, istruzione,
svago, in misura di base, devono essere gratuiti e garantiti
per tutti i cittadini.
Che si chiami reddito di cittadinanza o
in qualunque altro modo (Trattamento Base della Persona?) non
interessa.
Casomai interessa che sia erogato
esclusivamente sotto forma di beni e servizi, non di
prestazioni in denaro.
Social Card, carta del povero?
Servirà solo la carta d'identità.
Un epocale ribaltamento di
mentalità si impone: prendere atto che il lavoro non è per tutti,
ma per coloro che, volendo e potendosi elevare rispetto al
Trattamento di base, saranno abbastanza capaci, volenterosi o
fortunati da ottenerlo.
Qualcuno pensa sia troppo costoso?
Pensate allora che il
trattamento base eliminerebbe tutta una serie di prelievi, detrazioni,
deduzioni, contributi e imposte.
Chiaro che i corrispettivi per
lavoro anche professionale od autonomo saranno decurtati
tenendo conto che già si fruisce del Trattamento Base, salvo
che gli interessati, fiduciosi del successo della propria attività,
scelgano di rinunciarvi, per accedervi nuovamente in caso di
necessità.
In questo modo (**) si
darà anche impulso ad una nuova imprenditoria, svincolata dal
terrore che, in caso di insuccesso, si finisca alla mensa del povero.
Se ancora vi sembra complicato,
pensate a quanto è frammentario il nostro attuale sistema di
welfare, al dispendio burocratico amministrativo, al disorientamento
fra una miriade di trattamenti a sostegno del reddito (solo del
lavoratore e sempre in denaro, mai in beni e servizi), ognuno coi
suoi requisiti e con le sue specifiche modalità di assegnazione,
regole ed eccezioni.
Vado a naso: disoccupazione agricola,
disoccupazione non agricola ordinaria, disoccupazione non agricola
con requisiti ridotti, mobilità, mobilità in deroga, cassa
integrazione guadagni (ordinaria, straordinaria e in deroga),
esodati, salvaguardati...
Uno stato sociale talmente farraginoso
che la giornata retribuita di riposo per chi dona il sangue spetta
solo al lavoratore dipendente e non al lavoratore autonomo o parasubordinato.
E i diversi tipi di pensioni
esistenti?
Già adesso ce le vogliono togliere, ma
in un sistema come quello tratteggiato non avrebbero più motivo
di esistere.
La vita, e una vita dignitosa, sono
un diritto a qualunque età.