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giovedì 24 novembre 2011

Naked

Sicuramente l'uomo nasce nudo.
Il racconto biblico suggerisce anche che iniziò a coprirsi solo dopo aver assaggiato la mela.
Prima del frutto proibito l'umanità stava in una condizione di beata innocenza, e non aveva bisogno di nulla da mettersi addosso.
Solo dopo quel colpo di genio del peccato originale sono iniziati i problemi veri, il sudore della fronte, i dolori del parto e in definitiva tutta la civiltà, dalle piramidi alla conquista della Luna.
Fino ad arrivare ai vertici del progresso umano: la Fiat Freemont, il Bund tedesco e gli aeroporti.
Su Freemont e Bund sarete tutti d'accordo, ma forse avete dei dubbi sull'aeroporto, che cercherò di dissipare.
In aeroporto si chiude il cerchio, la fine tocca il suo inizio, il sepente arriva e tenersi la coda in bocca ecc.
Se ci pensate bene è così; in quale altro posto la tecnologia e la civiltà si manifestano in maniera così eclatante?
Ma proprio lì, in aeroporto, quello stesso progredire della civiltà che via via ci ha fatto coprire la primitiva nudità con ogni sorta di orpelli, indumenti, cinture, catenine, piercing, ipod, anelli, cavigliere, scarpe ad inserto metallico e tacchi a spillo forgiati a Toledo, quello stesso progredire ci richiede, di fronte al metal detector, di spogliarci nuovamente, di abbandonare tutto ciò che è superfluo e di ritrovarci (quasi) nudi ed indifesi di fronte a centinaia di estranei.
Sfilarsi scarpe e cintura davanti a loro è forse il gesto che, in un luogo che rappresenta l'apice del progresso, più di tutti può richiamarci alla nostra origine di bisognosa nudità.

venerdì 18 novembre 2011

Poveri Resti

L'estremo spregio.
Neanche chi li piange, con la speranza ormai spenta, sa dove siano.
Qualcuno poi lo ritrovano per caso dopo dieci giorni, scorticato e sfigurato dai pesci.
Uno lo riconoscono perché non-si-sa-come gli è rimasto addosso il mazzo di chiavi.
Non erano ad un safari, non erano in cerca di avventura né di emozioni forti.
Erano, bottegai, casalinghe, gelatai.
Chi era sulla soglia del negozio, chi in auto, chi sul terrazzo di casa.
Trasformati in spoglie mortali con pochi minuti di terrore.
Estirpati dal proprio luogo e dalla propria terra.
Poveri corpi trascinati sino in Francia.
Trecento chilometri da Vernazza a Saint Tropez.


lunedì 7 novembre 2011

Niente Rischi Per L'Italia

Che Zapatero si sia dimesso costringendo ad andare alle elezioni, per consentire ai cittadini di dire la loro sulla situazione economica e i conseguenti sacrifici richiesti, è stato ancora sopportabile.
Ma che in Grecia Papandreou abbia annunciato un possibile referendum su queste tematiche è stato considerato dai Grandi un affronto intollerabile.
Oh, e poi non aveva chiesto il permesso a nessuno!
Interpellare direttamente, senza intermediari, il popolo per sapere cosa ne pensa, è del tutto fuori discussione.
Non gli interessa, a Loro, che il paese sia stato messo a ferro e fuoco dalle proteste per le misure economiche di austerità richieste dalla moneta euro e che col referendum i greci si sarebbero dovuti assumere una precisa responsabilità, in un senso o nell'altro.
Si è pure giunti a rinfacciare (il governo socialista di Papandreou è lì solo dal 2009) che la Grecia è entrata nell'Euroclub grazie a conti truccati.
Scusate tanto, ma dov'erano le agenzie di rating? Germania e Francia si sono lasciati abbindolare da qualche bilancio fasullo: non li sanno fare i conti?
Tutto inutile, caro signor Papandreou: referendum negato e aiuti bloccati.
Però se lo doveva immaginare!
Jean Claude Juncker, presidente dell'Eurogruppo, a luglio l'aveva detto molto chiaramente: "la sovranità della Grecia sarà massicciamente limitata".
Forse Papandreou non l'aveva preso sul serio perché il titolo dell'articolo era:
Juncker (Eurogruppo) rassicura: niente rischi per Italia, Spagna e Belgio


largo ai colonnelli?
democrazia condizionata
elezioni 2013 - II

mercoledì 2 novembre 2011

Conflitti Immaginari

Leggo che anche da sinistra c'è, oltre a quelli che vogliono si vada in pensione pù tardi, quelli (forse gli stessi) che tuonano contro i lavoratori vecchi ed iper-garantiti.
Si tratterebbe dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato.

A volte ne emerge l'impressione che si tratti di parassiti sociali arroccati ai propri privilegi, che intenzionalmente tengono i giovani, da egoisti consumati, segregati nell'apartheid della precarietà.

Insomma, gente dal cuore di pietra, che preferisce non essere licenziata e andarsene in pensione a 62/63 anni.
Se ne fregano se (c'è una statistica per tutto) è dimostrato che nei Paesi in cui si va in pensione a 70 anni c'è meno disoccupazione (anche se nessuno ha dimostrato che tra le due cose vi sia un rapporto di causa-effetto).

Non credo vi sia tra i precari chi auspica il licenziamento dei propri genitori, ma sicuramente è pieno di figli che augurano loro di potersene andare (se possono e vogliono) in pensione.


cittadini semplici
nel nome del profitto sovrano
libero mercato in libero pensiero 
Figli e padri contro l' «apartheid» e per il merito nel lavoro