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giovedì 28 aprile 2011

Lavori Esauriti


Il lavoro in senso tradizionale, come mezzo ragionevolmente stabile e continuativo ai fini del sufficiente e dignitoso mantenimento di sé e della propria famiglia, non c'è più.
E' inutile nascondersi dietro un dito.
Al di là di tutte le flessibilità, di un precariato “sereno”, ben oltre l'idilliaca riscoperta dei lavori umili e manuali, bisogna che ci diciamo la verità.
Il lavoro tradizionale come sopra inteso non c'è più.
Non c'è più lavoro per tutti quanti, uomini e donne in età, ma ma non ci sono neppure lavori sufficienti per coloro ai quali sarebbe indispensabile (almeno uno a famiglia).
Si tratta di un bene che non è più possibile ricercare e scegliere, bensì di una merce ormai rara e preziosa.
Ripensare a tutto questo e ai conseguenti modelli di comportamento che dovremo adottare con non pochi sacrifici, riveste un carattere epocale.

il lavoro a una dimensione
fuori controllo
cittadini semplici
trattamento base (welfare reloaded)  
povere colf

martedì 26 aprile 2011

4 ragazzi e 2 carabinieri

L'autista dell'auto fermata e i tre minorenni, tra cui una ragazza, che erano con lui, hanno utilizzato pali e bastoni e ridotto in gravi condizioni i due carabinieri che li controllavano.
I militari sono due uomini nel pieno delle forze, hanno 43 e 34 anni, ma forse l'addestramento ricevuto non è dei migliori.
E' comunque un fatto che lascia perplessi.
Un carabiniere lotta per la vita e l'altro rischia un occhio, per cui si parla di tentato omicidio.
Così è il destino, ma non posso fare a meno di pensare alle polemiche che si sarebbero levate se solo uno dei due militari avesse estratto l'arma e per difendere la propria vita e ferito anche solo di striscio uno degli aggressori.

Antonio Santarelli - marito e padre

usi tacendo morir

giovedì 21 aprile 2011

Il Cireneo

I giorni della Passione.
Gesù si avvia consapevolmente all'esito del  proprio destino umano per dare anche a noi la sua stessa dignità.
Nell'ultimo tragitto verso la morte può darsi che le forze iniziassero a mancargli, e allora i soldati fecero caricare il palo della croce ad un passante qualsiasi: un tale Simone, originario di Cirene.
Un ebreo della dispersione seguita alla conquista babilonese; ritornato  a Gerusalemme, non sappiamo né da quanto né perché, dall'Africa del nord.
Di Simone il cireneo fanno cenno sia Matteo che Marco e Luca per cui, considerato il contesto in cui egli appare, l'episodio dev'essere avvenuto proprio come narrato.
Simone non si offre spontaneamente di aiutare il condannato, anzi; i soldati romani lo prendono d'autorità, forse perché di corporatura robusta e con la faccia da profugo che non avrebbe fatto storie.
Senza probabilmente neanche sapere chi fosse Gesù, da quel momento il suo nome resta indissolubilmente legato al Cristo come quello dell'uomo che ne ha alleviato un poco la pena dell'ultima ora.
Pensiamo che questo gli sia stato accreditato a merito dal Padre.
Pur se "requisito" dalle forze d'occupazione, ha comunque fatto la sua parte.
Anche noi, non sempre quando facciamo del bene ne abbiamo la piena consapevolezza.
Proprio come Simone di Cirene, profugo dalla Libia orientale, forse uno sradicato per tutta la vita, ma pur sempre in grado persino di aiutare il Salvatore.
Di lui non sapremo più nulla, anche se è molto probabile che Alessandro e Rufo, esponenti della prima comunità cristiana, fossero suoi figli.
Ma quello che di lui sappiamo ci basta.
Simone il profugo libico, col viso cotto dal sole d'Africa.
Quante volte anche noi saremmo felici di averlo accanto per aiutarci a portare la nostra croce.

pastori e magi
censimento fatale
bisognosi 
cartolina da Lourdes
le meraviglie della fede 
da Roma a Macerata (Pamela)

giovedì 14 aprile 2011

Omerica Vergogna

I clamori si sono già placati, ma per chi tiene il conto dovremmo essere alla 26^ alba da Odissea.
Una tragedia cui pure noi stiamo contribuendo grazie anche ai maggiori gruppi dell'opposizione.
Sgualcite e spiaccicate in fondo ai cassetti le bandiere arcobaleno, il grosso delle minoranze si è schierato compatto, sulla scia del Capo dello Stato, per "l'opzione militare".
Non c'era da difendersi, e la questione era tutta interna libica, ma pure troppa era la voglia di mostrarsi partner affidabili, casomai si tornasse un giorno al governo.

Un PD indeciso a tutto salvo che sull'antiberlusconismo, pronto addirittura ad allearsi con la Lega pur di cacciare il premier, si è prostrato ad una delle più tragiche e trite fra le ragioni di Stato.
Ogni volta che la "coalizione" spara un missile, anche quando non si sbaglia obiettivo, nel qual caso si parla di danni collaterali, facciamo finta di non sapere che accanto ad ogni radar "neutralizzato" ci sono dei militari (esseri umani) dilaniati dalle nostre bombe, che lasciano in lacrime e desolazione sorelle, figli, mogli...

Che spettacolo penoso!
Ai custodi della morale, ai numi tutelari di Ruby e le altre, così protettivi con le ospiti delle cene in villa, non gliene frega niente di Amina, Maisa, Maryam, Samira, Leila...

Odissea all'alba
felice incoerenza
festeggiamenti
la valvola e il tappo

giovedì 7 aprile 2011

Istantanee Da Berlino

Cinque giorni nella capitale tedesca col solo bagaglio dell'inglese scolastico.
Non sono abituato ai cestini dei rifiuti ogni dieci metri (con incluso vano per le cicche), ma tolgono qualunque voglia di lasciar cadere anche una briciola per terra.

Ragazzetti ubriachi nella metro di primo pomeriggio infastidiscono ragazzette e gettano bottiglie, mentre senza tetto pieni di dignità compaiono silenziosi col buio e scivolano a dormire sulle panchine.
Il clima è da primavera mediterranea ma senza odori
.
Il tassista che mi accompagna dall'aeroporto alla pensione mi chiede con la massima naturalezza se preferisco uomini o donne, indicandomi i relativi quartieri di approccio.

Da turista di passaggio vedo una città senza passato e che forse pensa solo al futuro, senza le psicosi da bomba che turbano Parigi.

Parecchi disabili girano con le loro carrozzette elettriche.
Le persone sono educate e gentili, e quando esci da un negozio o da un locale ti dicono (con orgoglio?) "You're welcome"; forse è solo una questione di forma, però ti fa sentire un po' come a casa.

Ci si capisce bene con l' inglese, ma la città sembra del tutto immune da tentazioni anglofile, e semmai più incline a subire il fascino dello stile italiano.

Te li aspetti tutti alti e biondi, e invece è come andare a passeggio in una qualunque delle nostre grandi città.
Le donne però hanno uno stile e un abbigliamento che, in maniera indefinibile, risultano più femminili rispetto a quelli nostrani; danno l'idea di volersi bene anche quando non hanno un fisico da "velina".

Non ho incontrato vecchi, così come a Lisbona non incontrai bambini.

bipolarismo impossibile
la memoria e il furore
die deutsche weisheit 
obsolescentia lege