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giovedì 31 marzo 2011

Ventre Molle

Occidente in declino, Europa decadente, Italia ventre molle dell'Europa.
E allora, di fronte a nuovi costumi, colori, religioni, cerchiamo di rinsaldare le nostre tradizioni.
Ma quali?
Pretendiamo di respingere i cambiamenti senza renderci conto che non sono i nuovi arrivati ad indebolirci, ma che semmai essi ci fanno da specchio.
Uno specchio che fa risaltare il vuoto di valori in cui siamo risucchiati.

La forza per rinsaldarci dobbiamo trovarla in noi stessi, non per opposizione né per reazione.

Se invece per ventre molle si intendono la tolleranza, il rifiuto della pena di morte, la ricerca di soluzioni pacifiche, di questa "debolezza" dobbiamo essere orgogliosi.

pastori e magi
superiorità della specie
restate a casa!

giovedì 24 marzo 2011

Odissea All'Alba

Anche se non ce lo dicono, siamo in guerra.

Anche se per i martellanti bombardamenti abbiamo “solo” messo a disposizione le basi.
Anche se missili e altri ordigni non avessero fatto vittime civili, ma “solo” colpito obiettivi militari che, non ce lo dicono, ma in genere sono presidiati da umani in carne ed ossa, se pur soldati.
Ma ormai si è diffusa la convinzione che finché non si ammazzano anche i civili non si è in guerra.
Neanche la storia recente ci insegna nulla.
Le sabbie mobili dentro cui ci siamo impantanati in Jugoslavia, Iraq e Afghanistan non ci sono servite da lezione.
Qualcuno dice addirittura che non si vuole cacciare Gheddafi (e quindi tantomeno ucciderlo), ma solo far rispettare la no-fly zone.
Però questo non ha senso, oppure significa che se ci si limitasse a deporre il tiranno, le cose potrebbero forse assestarsi in breve tempo; invece scatenando le varie "Odissea all'alba" (saremo ormai a 5 giorni di bombardamenti) si può essere ragionevolmente sicuri di creare uno sfracello dove sguazzare per un bel pezzo a coltivare i propri interessi.
Poi magari gli altri se ne vanno e tocca a noi di provare a rimettere insieme qualche coccio.
Su la Repubblica di lunedì 21 il dr. Ilvo Diamanti nel segnalare come 8 italiani su 10 siano contrari all'intervento armato, rileva che solo Lega e giornali di destra si sono tenuti su questa posizione, il che, sempre secondo il sociologo, è dovuto al fatto che la Lega è un partito con pochi legami verso le istituzioni e le regole pubbliche, nonché ad una sorta di provincialismo miope che ha la tentazione di chiedersi in se stesso.
Ragionamento pazzesco, se non l'ho frainteso, specie in un giornale che si ritiene progressista.
Non è forse compito del governo anche interpretare il sentimento nazionale, e di ogni partito quello del proprio “popolo”?
Così ha fatto il governo della sig.ra Merkel, che si è astenuto dal voto in Consiglio di sicurezza.
Ha fatto capire che gli altri Stati possono anche intervenire in Libia, ma che la Germania non muoverà un dito.
Pure i tedeschi, come noi, sono infatti contrari all'intervento armato grosso modo in misura dell'80% e sostengono la sig.ra Angela Merkel nonostante gli attacchi lanciati dalla stampa nei suoi confronti.
Mi sembra insomma che da noi qualcuno abbia preso un grosso granchio.
Forse per tutti, destra e sinistra, i sentimenti della gente sono soltanto strumenti di lotta e merce in saldo.
Non stanno tutti a criticare il distacco tra Palazzo e società civile, e l'opposizione ad inveire contro un governo che cura solo l'interesse di pochi?
In questo caso invece e su una decisione di non poco conto come la guerra, in un paese dove i sondaggi sono legge, si è reputato giusto farsi portavoce di una minoranza dei cittadini.
Mi sembra che qualcosa del genere, in vista di una guerra lampo e allo scopo di salire sul carro dei vincitori, avvenne anche nel 1940.

fughe benedette
burquini e dintorni
omerica vergogna
festeggiamenti
il buon selvaggio

Un ringraziamento ad A.M. per le preziose notazioni  sulla Germania.

Avviso agli amici: la prossima settimana sarò a Berlino (per turismo) e non sono sicuro se il 31 usciremo; nel caso, arrivederci al 7 aprile (però voi nel frattempo scrivete e commentate!)

giovedì 17 marzo 2011

I Giornali Di Marzo

Sarò più preciso: i giornali del 1° marzo.
L'uccisione del 37° militare italiano in Afghanistan è perlopiù relegata in fondo alla prima pagina.

Non conosco bene i meccanismi dell'assuefazione, ma sono convinto che ad un certo punto si superi un limite perlopiù impercettibile che fa precipitare nel baratro della dipendenza.

Dev'essere un confine molto sottile, che una volta superato ci fa relegare in un angolo sempre più ristretto le cose giuste e lascia tracimare il male.

Spero che ci riappropriamo al più presto del senso della misura, perché altrimenti notizie simili (che spereremmo di non sentire più) diverranno trafiletto da pagina interna.

cause di morte (i dettagli dopo)
il prezzo del dolore
elezioni 2018 - I: le difficoltà elettive

giovedì 10 marzo 2011

Over 65

Ma cosa vogliamo dai nostri anziani?
Siamo nell'epoca del cumulo tra pensione e stipendio, del lavoro oltre i 40 anni di contributi, della pensione a 70 anni, e poi vogliamo considerarli dei poveri irresponsabili?
Perché questo è in fondo il senso della proposta dell'on. Luigi Vitali (Pdl): obbligo per il giudice di applicare sempre le attenuanti generiche, oltre che per gli incensurati (ok), anche per gli over 65, non necessariamente incensurati.
Ma come, dobbiamo e possiamo sostenere la produzione e il consumo finché da essi morte non ci separi, e però ad un'età in cui secondo i profeti della plutocrazia abbiamo ancora davanti almeno 10 anni di vita attiva al loro servizio, se commettiamo un reato, il giudice deve essere indulgente perché l'età avanzata diviene fattore criminogeno.
Non capisco perché dal momento che sei ancora in piena età attiva, il giudice debba considerarti, passati i 65, una specie di rimbambito.
Anche perché gli over 65 responsabili lo sono da un pezzo pure da pensionati, quando mantengono ancora i figli, quando accompagnano i nipoti a scuola e li portano a calcio, quando accudiscono un coniuge disabile...

triste pensione
il lavoro a una dimensione