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giovedì 30 dicembre 2010

Statistiche E Meriti

Allarme di Bankitalia: il 10%  delle famiglie italiane possiede la metà della ricchezza totale.
Il 90% degli italiani si contende dunque l'altra metà della torta.
Sei milioni di persone vivono con la stessa quantità di ricchezza complessiva di cui si devono contentare gli altri 54 milioni.
Ogni italiano "ricco" possiede 9 volte più degli altri ed è come se fossimo due nazioni diverse, con un confine trasversale segnato dal 730.

Infatti, se allarghiamo lo sguardo, scopriamo che il PIL pro capite in Italia è 9 volte maggiore di quello iraniano.

Nella ricca Italia la popolazione diminuisce al ritmo dell'1%, mentre in Iran aumenta ogni anno del 13%, anche se non dobbiamo pensare a bande di straccioni analfabeti, perché ogni famiglia è composta in media da meno di 4 persone, e la percentuale del PIL destinata all'istruzione è la stessa che da noi: il 5%.
Si sposano quasi 3 volte più che da noi e sono di costumi emancipati, dato che i loro divorzi sono più del doppio dei nostri.

Fin qui potremmo anche dire di aver giocato, ma per me al primo posto c'è la vita.
E leggendo che in Iran, una delle culle della civiltà, forse il mitico oriente dei Magi, la speranza di vita è di anni 71 per l'uomo e 74 per le donne, contro i 79 ed 85 in Italia, mi rivolgo una domanda:
cosa hanno fatto di male?
Quale colpa oscura nella loro storia li porta oggi a vivere il 10% in meno rispetto a noi.
E noi.
Per quale misterioso merito ci è stata assegnata una lunga vita?
E poi: siamo consapevoli di tale privilegio?

Allora restringo di nuovo lo sguardo, torno in Italia e mi chiedo: ma questo 10% che possiede la metà della ricchezza ne è consapevole?
E poi soprattutto: che cosa ha fatto per meritarselo?
Perché, se dei veri meriti ci fossero, in un caso e nell'altro, il destino dei perdenti potrebbe (forse) essere meno incomprensibile.

Buon anno a tutti.

malattie della crescita 
togliere ai poveri e lasciare ai ricchi 
messaggio planetario 
largo ai colonnelli?
la vita e niente altro
bisogni e meriti

giovedì 23 dicembre 2010

Pastori E Magi

Tra i primi testimoni della nascita del bambino Gesù abbiamo degli stranieri.
I Magi, dignitari orientali un po' scienziati un po' divinatori.
A cavallo tra l'astrologia e l'astronomia, quando ancora fra le discipline non c'era molta differenza.
Saranno anche stati nobili di buona famiglia e provvisti di mezzi, per seguire una stella lungo un percorso così lungo, e certo anche parecchio testardi.
Ma erano comunque degli stranieri non appartenenti al popolo eletto di Israele, dei pagani al cento per cento.

Appartenenti al popolo di Israele erano invece gli altri testimoni, i pastori.
Però del popolo eletto rappresentano una tra le classi più umili e disprezzate.
Sia per la tendenza a sconfinare in terreni e pascoli altrui, sia perché il loro genere di vita li rendeva impuri da un punto di vista legale e quindi anche inabili a portare valida testimonianza in un processo.

Insomma, tra impuri e pagani non è che questi testimoni del Bambino fossero proprio il fior fiore della società che attendeva il Messia salvatore.
Tuttavia sono proprio loro ad accogliere e seguire i segni (la stella, gli angeli) e ad attestare per primi l'accadimento di un fatto prodigioso.

La ricchezza e la sapienza da una parte, una vita povera e un po' furfantesca dall'altra, non gli avevano offuscato né la curiosità né lo spirito di ricerca e tanto meno la capacità di riconoscere qualcosa di nuovo che si innesta nella storia a cambiarne il corso con una svolta potente ed impensabile.

Pur coi loro difetti erano persone limpide, sicuramente un monito per noi oggi, appesi alle testimonianze di ex bombaroli strangolatori di bambini (pentiti) ed ai vangeli di plutocrati che ci insegnano come vivere bene lavorando di più per produrre e comperare cose che tolgono il lavoro ai nostri figli.
Tutta gente che, non dico oro incenso e mirra, ma neppure sarebbe stata degna di cambiare la veste macchiata del Bimbo.

E allora grazie a voi, pastori ladruncoli e Magi extracomunitari, magari medici nel vostro paese ma senza licenza per esercitare a Betlemme.

una assoluta marginalità 
divina incoscienza 

ventre molle 
il cireneo

giovedì 16 dicembre 2010

Bipolarismo Impossibile

Perché il bipolarismo in Italia non riesce a funzionare ?
Semplicemente perché ogni possibile passaggio da un polo all'altro è considerato come un tragico cambiamento epocale, l'equivalente di una glaciazione o di un surriscaldamento globale.
La causa sta certo nella mancanza di un nòcciolo di comune identità e cultura nazionale.
Nell'assenza di un sostrato di  valori che siano condivisi da tutti, eletti ed elettori, a destra come a sinistra: il senso della democrazia, dello Stato, della solidarietà.

Questo non riguarda solo modi diversi di affrontare i problemi, ma proprio l'individuazione dei problemi stessi.

Perché purtroppo quello che per molti è una difficoltà insormontabile, per altri rappresenta un'allettante opportunità da sfruttare per il proprio tornaconto.

33 anime salve
cambiare le carte in tavola
chiamati alle urne
istantanee da Berlino
cartolina da Londra
la valvola e il tappo

giovedì 9 dicembre 2010

Yara E Tutte Le Nostre Figlie

Sembra che l'unico modo per non perdere le nostre figlie sia tenersele sempre strette strette.
Perché una volta che succede loro qualcosa di brutto, possono anche passare mesi prima di conoscerne la sorte.

Non parliamo di ragazze in ambienti a rischio, ma di figlie normali di comuni famiglie.

L'impressione è che in questi casi gli investigatori non sappiano cosa fare.

Le potenziali scene del crimine non vengono isolate, gli esperti per la ricerca di tracce arrivano o vengono chiamati dopo settimane e gli unici a dimostrare di avere fiuto sono i cani.

Sembra che chi indaga anziché prendere iniziative attenda gli eventi; una “strategia” che potrebbe andare bene nel caso di una truffa già compiuta, ma non quando c'è una ragazza svanita nel nulla e di cui nulla più si sa.

Spesso poi ci si mette al rimorchio delle abusate intercettazioni senza che vi siano riscontri concreti, imboccando vicoli ciechi

Intercettazioni a volte disperate, dove si interpreta male ciò che la persona dice, si corre ad arrestarla perché sta fuggendo improvvisamente su un traghetto col biglietto comprato da un mese (!) e per cominciare si ferma la nave sbagliata: quello non sta lì.

Corri allora a beccare la nave giusta che nel frattempo è finita fuori delle acque territoriali.

Per fortuna il comandante rientra e si fa abbordare, così che il vero sospetto possa essere arrestato e il giorno dopo... scagionato.
Almeno si è subito constatata l'inconsistenza di quella pista, perché altrimenti sarebbe rimasta la principale, con mandati di cattura internazionali e altri mesi persi.

In compenso il circo mediatico è sempre attivo, anche solo per ripetere in continuazione che i genitori di Yara hanno scelto di restarsene in silenzio o per pubblicizzare, cogliendo come si dice l'occasione, l'ultimo libro del prof. Paolo Crepet; questo è avvenuto martedì nella trasmissione Porta a Porta, dove, se posso permettermi, certe osservazioni del sig. Bruno Vespa sulle adolescenti (tipo quelle di replica alla pregevole analisi della giornalista de Il Messaggero) andrebbero forse filtrate da una apposita commissione prima della messa in onda.

Avetrana e Brembate di Sopra.

Sarah e Yara.

Qualche anno fa si sarebbero chiamate Giovanna e Maria; col tempo i nomi cambiano, seguendo nuove tendenze.
Ma l'amore verso i nostri figli è sempre lo stesso, sia che il dolore si sfoghi in urla disperate sia che venga racchiuso in un austero silenzio.

Sappiamo cosa è successo a Sarah.

Dobbiamo ancora sperare per Yara.

Se fosse mia figlia, mi augurerei che abbia voluto inaspettatamente fare una bravata, per poterla sgridare e rimproverare non appena torna e subito dopo stringerla forte e non lasciarla più.

Auguri con tutta l'anima.

diritti pesanti per fragili spalle
soldatini di piombo
Yara e tutte le altre
giudizi critici
incidente probatorio-raccapriccio
crescono
uno sterminio non necessario 

giovedì 2 dicembre 2010

Correnti Ed Eresie

Mi limito ad un paio di esempi.

Il comunismo, una teoria abbastanza compatta, con idee piuttosto chiare sull'azione sociale da svolgere: in quante correnti, gruppi e partiti, spesso ferocemente in contrasto fra loro, si è frammentato ?
Eppure il punto di partenza era uno solo: l'opera di Marx ed Engels.

Il cristianesimo, una religione fondata sulla vita di una persona chiamata Gesù Cristo.
Se oggi prendiamo un qualunque dizionario sull'argomento, troviamo che la maggior parte delle voci riporta scismi ed eresie e sappiamo pure che spesso tra i diversi cristianesimi non corre propriamente buon sangue.
Eppure il punto di partenza era lo stesso: il vangelo.

Allora io dico: siamo fatti così da sempre, ognuno cerca di adattare a se stesso religioni, ideologie, leggi.

C'è dunque qualcosa che può definirsi sacro ed intoccabile?
Un fondamento sicuro, una risposta certa ?

Per ora non ci sono risposte, soltanto scelte.
[eresia ha origine dal greco airesis: scelta]

33 anime salve
morale: a terra (2)
cristiano semplice

giovedì 25 novembre 2010

Ministro Mara Carfagna

A prescindere dalle opinioni politiche e dai relativi giudizi, bisogna proprio dire che questa signora è stata trattata molto male.

E' di qualche giorno fa un'orrenda vignetta con sordide allusioni connesse al cognome del deputato Italo Bocchino.

Ma come, non proclamiamo che la donna deve essere libera (anche se dover-essere e libertà non vanno tanto d'accordo) ?
Inoltre il sesso è una cosa talmente normale che lo si può persino cambiare a piacimento o anche crogiolarsi nell'ambivalenza !

Ma Mara Carfagna no, se non diventa suora non può fare politica.

Chi è giovane e piacente e ha lavorato nell'industria legata alla asserita libertà di costumi progressista, non può entrare in Parlamento.
Lì ci si va solo per meriti conclamati, mica per conoscenze...

Quindi una che fa il liceo, studia recitazione ballo e pianoforte, a 26 anni si laurea con lode e nel frattempo lavora come show girl, valletta, modella, a causa delle immagini o di un calendario in pose sexy va dileggiata ed offesa.

Ce li meritiamo proprio i politici di professione a vita.
camere costose
coraggio di partire, coraggio di restare
cavallo di Troia
elezioni 2013 - I 
sepolcri rossastri 

giovedì 18 novembre 2010

Diversamente Fedele

Credo che non esista un unico tipo di fedeltà, ma che ce ne siano parecchi.
Ci sono tanti modi diversi di essere fedeli verso una persona, un Dio, un ideale.

Un genere di fedeltà, secondo me più propriamente femminile, è legato soprattutto al sentimento, un sentimento solido e durevole che non sa tradire.

Un altro modello che invece definirei maschile vive questa virtù in una dimensione “storica”, in cui col passare del tempo il sentimento perde a volte un po' della propria forza iniziale, ma ad esso si affiancano, a sostenere e rinsaldare la fedeltà, anche un certo senso del dovere, forse ancestrale residuo dell'uomo guerriero che sorveglia il suo territorio.

Questi modelli di fedeltà non sono certo gli unici, possono coesistere nella stessa persona, il modello femminile può talvolta essere il predominante in uomo e vicevera quello maschile.

So però per certo che il secondo tipo di fedeltà cui ho accennato, quello in parte legato al dovere, è considerato con compatimento, se non con disprezzo, dalle donne del nostro tempo.

Mi sembra ingiusto.
Mentre infatti riteniamo normale e doveroso integrarci sempre più fra culture, etnie e persone rispettandone le diversità, continuiamo a trovarci in difficoltà con le differenti visioni di vita legate alla identità sessuale, al maschile e al femminile.

In realtà, questa differenza di "genere" dovrebbe essere la più naturale e facile da accettare, ma a volte ho l'impressione che il divario si approfondisca.

Eppure tutti abbiamo l'immagine dell'amore di una donna per il proprio figlio, che è carne della sua carne, col quale ha condiviso il flusso sanguigno e addirittura il respiro.
Sappiamo che il suo amore e la sua fedeltà verso il figlio non possono essere uguali a quelli del padre.

Entrambi possono amare il figlio di un amore totale e perfetto, ma sicuramente diverso.

sesto comandamento
toy story 3...generazioni
col sudore della fronte
finalmente meretrice
liberi di non esserlo
pari opportunità per tutti 

giovedì 11 novembre 2010

Sesto Comandamento

Quand’ero bambino il catechismo ci diceva di non fornicare, il che ci creava qualche perplessità ai picnic, quando cadevano le briciole nell’erba.


Poi il precetto si è andato evolvendo: non commettere atti impuri, non commettere adulterio etc.

Gli altri comandamenti relativi ai rapporti sociali sono rimasti sempre gli stessi: non uccidere, non rubare, non mentire, rispetta i genitori.
Si tratta, per questi altri casi, di principi morali che almeno a parole o nelle intenzioni sono ancora diffusi ed accettati dalla coscienza comune.

Invece, per quanto riguarda il sesto comandamento, gli stessi mutamenti di vocaboli segnano un forte disagio, una difficoltà d’accettazione che ne condiziona persino la formulazione.

L’ adulterio può colpire molto pesantemente le persone coinvolte, ma in apparenza sembra essere diventato un peccato molto lieve, se non qualcosa di cui sottovoce vantarsi.

Forse era destino che almeno uno dei dieci fosse consegnato all’oblio ?

Forse dipende dal fatto che da parecchi anni non è più un reato, e allora tutto ciò che non è punito dalla legge diventa lecito ?

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Grazie.
rapporti sessuali completi
spontaneo = pericoloso
diversamente fedele
la bestemmia la legge e gli innocenti

giovedì 4 novembre 2010

Soldatini Di Piombo

Stavolta concordo in pieno con Blob (Rai3) che ha messo tra i primi posti della TV spazzatura settimanale la ricostruzione drammatizzata dell’interrogatorio allo zio di Avetrana, fatta usando il testo ufficiale e con 3/4 attori, fra cui uno col cappello da pescatore che faceva la parte del finto-tonto finto-furbo.

Avevo già avuto la disavventura di vedere per intero questa ricostruzione nella sua collocazione originaria, il primo pomeriggio alla Domenica in…Arena, condotta da Massimo Giletti su Rai1.
Ovviamente è la tranche.più seguita del programma, molto più di quella con la Cuccarini che ha il difetto di essere troppo garbata.

Ero rimasto a guardare, incredulo, quell'immorale rappresentazione, così come si resta inorriditi ma immobilizzati a guardare i cumuli di immondizia che lacerano paesaggi e borghi della Campania.

Qualcuno potrebbe dire: tu, che fai il moralista, non ti ricordi di quando giocavi coi soldatini che attaccavano il forte o coi i guerrieri all’assedio del castello ?
Non ti ricordi di quando giocavi a Risiko per conquistare il mondo ?
Le nostre sceneggiate televisive sono la stessa cosa, e i plastici di Porta a Porta con Bruno Vespa l’equivalente dei fortini; si tratta di cose innate, fa parte della nostra natura rappresentare le atrocità (magari per esorcizzarle etc.).

Sarà, ma “noi bambini” alla fine quei soldatini li si riponeva nella scatola e non ci si pensava più, mentre per “noi adulti” è più difficile sopportare lo scempio ogni giorno ripetuto sulla vittima e sulla sua memoria.

E' vero, molti dei nostri soldatini erano di piombo e se capitava di lanciarli a volte facevano male, ma a pensarci sembravano una piuma al confronto del peso insostenibile che hanno certe  oscene parole ed immagini che la televisione (pubblica in questo caso) ci scaglia contro.

giovedì 28 ottobre 2010

33 Anime Salve

Cile, paese con un Pil pro capite che è il 25% di quello italiano.

Una capsula che sembra tenuta assieme col fil di ferro ma che ha funzionato
Avevano previsto tre mesi, e li han portati tutti fuori dopo 69 giorni di reclusione a 700 metri sottoterra.

In un paese dove ci dicono che le garanzie per i lavoratori più umili sono quasi assenti, si è riusciti in un’impresa che sembrava disperata.

Forse i resoconti sono di parte, ma l’impressione è che tutte le famiglie, gli amici e un intero paese abbiano fatto il tifo, e che questo abbia giocato un ruolo fondamentale.

L’impegno, la volontà e l’azione coordinata, anche senza l’alta tecnologia, hanno fatto il miracolo.
Il gruppo dei dispersi ha sentito di non essere né isolato né abbandonato, ma solo temporaneamente separato da una comunità che li rivoleva tutti indietro.

Si è badato non solo ai bisogni materiali, ma anche a quelli morali ed emotivi, con medici e psicologi, i familiari e il dialogo.

E pure quel tricolore, appeso o solo verniciato un po’ dappertutto, forse anche nell’anfratto della prigionia, non sarà stato solo retorica, ma simbolo di condivisione e segno di appartenenza.

Quel senso di appartenenza di cui anche noi abbiamo bisogno per riemergere e salvarci.

73 anime perse
la memoria e il furore
correnti ed eresie
bipolarismo impossibile
fughe benedette
poveri resti

giovedì 21 ottobre 2010

Federalismo Centralizzato

Non si può che essere favorevoli ad una maggiore responsabilità delle regioni nella raccolta e nella gestione delle tasse.

Ma sembrava che il federalismo fiscale dovesse tendere, in questa cornice, a rendere il servizio pubblico  più conforme alla realtà economica e sociale del territorio.
Allora non capisco.

Questo benedetti costi standard delle prestazioni sanitarie, che cosa c'entrano col federalismo ?
Se a livello centrale per tutte le regioni vengono fissati gli stessi costi standard per i vari tipi di visite, ricoveri, esami etc., dove sta l'adeguatezza alle situazioni concrete ?

Ringrazio in anticipo chi mi aiuta a comprendere.
consumare: a ciascuno il suo
un corpo sociale

giovedì 14 ottobre 2010

Felice Incoerenza

Parlando di incoerenza, in genere ci riferiamo alla opposizione tra ciò che si dice di credere o di voler fare e le azioni, il comportamento concreto.


L'incoerenza è sicuramente un difetto, un vizio che tutti, in misura maggiore o minore, pratichiamo.

Ma attenzione: non tutto il male viene per nuocere !

Talvolta l'effetto che si ottiene è sorprendente e l'incoerenza diventa un'ancora di salvezza, un vizio con effetti benefici su se stessi, sul prossimo e sulla collettività tutta.

Se riflettessimo bene su certe cose che leggiamo od ascoltiamo, dovremmo ringraziare il cielo per l'incoerenza di tanti, che per fortuna impedisce loro di mettere in pratica ciò che dicono o scrivono.

C'è già troppa gente che si comporta in maniera malvagia coerentemente coi propri pensieri.

Mostriamo dunque gratitudine verso tutti gli incoerenti che per paura o per pigrizia ci rendono la vita migliore, evitando di mettere in pratica i loro desideri.
king size (il male minore ?)
morale: a terra (2)
fughe benedette
omerica vergogna
pericolosa autenticità

giovedì 7 ottobre 2010

Ordinary Servants (L'Orgoglio Del Servitore)

Essere servitori è un'idea che ci dà parecchio fastidio.

Cresciuti ed alimentati con il mito della libertà assoluta, degradante ci sembra il servire, insopportabile qualunque vincolo.

Eppure nella lingua inglese l'espressione public servant indica non solo i dipendenti pubblici di ogni livello, ma anche chi ricopre cariche elettive e di governo.

Le parole vogliono indicare che il lavoro per lo Stato è un servizio verso i cittadini, qualcosa di cui essere fieri.

Anche da noi una volta, in risposta al ringraziamento per un lavoro ben fatto , si diceva "dovere".

Certo, se servire significa fare il proprio dovere, dobbiamo per forza creare dei legami di dipendenza, proprio quei vincoli verso cui siamo così insofferenti.

Però dobbiamo rammentarci che non si serve solo un capo o un datore di lavoro.

Ci richiedono di essere in qualche modo servi anche l'amore, la famiglia, il bene comune, la salute, i valori in cui crediamo.

Nel Vangelo di Luca si racconta di coloro che al termine del proprio lavoro dicono "siamo comuni servitori (ordinary servants); abbiamo fatto il nostro dovere".

Escludo che Gesù volesse invitarci all'automortificazione, e allora mi sembra più un invito a riconoscere che il nostro esistere è fatto anche di legami e vincoli.

Che il nostro esistere non sta in una vita servile e neppure nella disperata ricerca di un gesto eroico, ma nell'esercizio di quell'atteggiamento, anzi diciamolo: di quella virtù che comunemente viene chiamata Fedeltà.
diritti pesanti per fragili spalle
coraggio di partire, coraggio di restare
finalmente meretrice
liberi di non esserlo
cartolina da Londra
cristiano semplice

giovedì 30 settembre 2010

Non Ci Sono Risposte, Soltanto Scelte

Il titolo è un'affermazione dell protagonista del film "Solaris" di Steven Soderbergh (un remake interpretato da George Clooney).
Vidi il film alcuni anni fa, ma la frase mi colpì immediatamente e mi è sempre rimasta impressa nel cuore, così come, navigando sul web, vedo che è accaduto ad altri.
Avere scoperto dopo tanto tempo questa condivisione, una briciola di frase in mezzo a 100 minuti di film, mi ha messo di buon umore.
Mi è sembrata la prova che esiste ancora la capacità di un comune sentire e che non è andato del tutto perso quello che è il nostro vero Sesto Senso: il "buonsenso".
Quello che ci fa immediatamente giudicare come ripugnanti tante cose sbagliate che vediamo attorno o dentro noi, ma che anche ci fa ascoltare le cose buone e ci fa fiutare al volo se e dove vi sono semplici e fondamentali verità, quelle col sapore morbido del pane ancora caldo.

una assoluta marginalità
a prova di stupido
i prodotti del pensiero
correnti ed eresie
questions about faith 
a Cesare quel che è di Cesare
cartolina da Medjugorje 

giovedì 23 settembre 2010

Camere Costose

Si sente spesso discutere delle indennità che ricevono i nostri parlamentari.

Secondo alcuni sono troppi soldi, secondo altri troppo pochi.

Sicuramente va salvaguardato il principio che deputati e senatori devono essere indennizzati in maniera da poter svolgere il proprio mandato senza essere ricattabili a causa di preoccupazioni economiche, in autonomia ed indipendenza.
Detto questo, penso che per determinare gli importi spettanti forse si potrebbe anche tenere conto della concreta condizione dei singoli, del loro reddito e del loro patrimonio.

Questo criterio potrebbe però portare anche a risultati paradossali.

Perché, chissà, forse al lavoratore dipendente che diventa onorevole basterebbe conservare il proprio stipendio ed avere il rimborso spese.
Pensiamo invece a tutti i liberi professionisti, imprenditori ed industriali che stanno in Parlamento.
Per loro, il tempo dedicato alla cosa pubblica comporta un sacrificio sicuramente molto maggiore e allora è lì che si dovrebbe intervenire con maggiori sostegni economici.

La non-ricattabilità di un ricco costa sicuramente più di quella dell'impiegato.
un bilocale in condizioni eccellenti
voto di idoneità
cambiare le carte in tavola
ministro Mara Carfagna 

giovedì 16 settembre 2010

La Memoria E Il Furore

I ricordi, specie se riguardano le azioni degli altri, si fissano soprattutto sugli episodi negativi.
Dimentichiamo con facilità i nostri errori, ma difficilmente ci scordiamo dei torti subiti.
Nel caso poi si tratti di genocidi, stragi, usurpazioni di intere popolazioni o territori, il dolore impresso nella memoria collettiva, di questa stessa memoria si nutre, e spesso diviene nuova violenza, che la si chiami vendetta, riparazione o giustizia.


La memoria è certamente un dovere, anzitutto per onorare gli abusati e i caduti, rimasti spesso senza nome.
Ma è anche un dovere non trasformare la memoria in furore.
Incanalare il ricordo sulla strada della violenza genera il meccanismo della faida, delle successive e reciproche ritorsioni.la memoria e il corteo

Premesso che ogni persona ha diritto ad una vita libera dal bisogno e dignitosa, sarebbe a volte indispensabile che individui e gruppi trovassero il coraggio di accettare ciò che è accaduto e la forza di mettere il proprio animo "in pace".

Così come da sempre ci sono crimini terribili rimasti impuniti, ricordiamoci che ogni Stato nella sua fondazione od evoluzione ha fatto torti ad altri.
Ognuno di noi può far parte della schiera sia dei carnefici che delle vittime.un popolo

Coltivare la memoria per distillarne veleno non fa altro che generare ancora comportamenti distruttivi ed autodistruttivi, sia per il singolo che per la collettività.

L'orrore televisivo dell'impiccagione di Saddam Hussein sembra tragicamente richiamare gli scarni resoconti delle esecuzioni di Norimberga; lo strazio delle donne tedesche seviziate e stuprate all'ingresso delle truppe alleate a Berlino si salda indissolubilmente col dolore di chi ha perso i propri cari nei campi di concentramento nazisti.

Troppo spesso la giustizia, non importa che si stia nella ragione o nel torto, appartiene a chi la conquista con la forza.

33 anime salve
istantanee da Berlino
Osama Bin Laden
fragile
strappato a Morsi  
25 aprile minuscolo 
S-Memoria (Una Persona Fortunata)

giovedì 9 settembre 2010

Morale: A Terra (2)

Il dibattito sollevato dal teologo scrittore Vito Mancuso è proseguito.(morale: a terra)
Il problema in discussione, se sia cioè giusto, potendo scegliere, continuare a lavorare per un padrone ritenuto immorale, sembra risolto.
Il prof. Mancuso se ne andrà (pare) dall'editore Mondadori e per tutti gli altri il dilemma è stato proprio estirpato: non esiste.

Non è che non sussista il problema di una legge "ad aziendam", come è stata chiamata: non esiste proprio nessuna morale con tutti i conseguenti dubbi e mal di testa.
Infatti quello etico è solo un discorso di facciata, perché se fosse reale se ne starebbe lontano dalla ribalta dei giornali, ben chiuso nell'intimo della coscienza, e poi per quale motivo solo adesso Mancuso si accorge del conflitto di interessi, mentre poteva e doveva accorgersene prima etc.

Dunque concludiamo.
Mentre finora si pensava che una morale servisse (anche) a regolare i rapporti col prossimo, adesso sappiamo che essa è un fatto interiore privato (a meno che non si buttino le cicche sul marciapiede).
La morale e la coscienza, inoltre, sono granitiche: non cambiano mai, non ammettono approfondimenti né correzioni di rotta, salvo che si tratti di leader libici, soci d'affari che però ci scandalizzano se coi cavalli bèrberi calpestano il sacro suolo romano.

Dev'essere proprio così: quella etica è solo una questione che oggi va di moda ostentare, come ampiamente attestato da tutti coloro che negli ultimi millenni si sono sacrificati per aver detto "no, non ci sto".
radiato a vita: grazie fia
felice incoerenza
correnti ed eresie

giovedì 2 settembre 2010

Rapporti Sessuali Completi

Non so se qualcuno si ricorda dei "Rapporti Sessuali COMPLETI".

Cercavamo di sapere dai nostri coetanei se già li avevano avuti; i nostri genitori tentavano di carpirci prove o ammissioni con subdole trappole; e pensare che il più delle volte neppure noi stessi avremmo saputo dire se li avevamo avuti o no.

Oggi la distinzione tra completo e "semplice" mi sembra diventata anacronistica.
Eppure un senso potrebbe ancora averlo. Mi riferisco al nostro continuo, quotidiano relazionarci.
Può sembrare una banalità, ma quante volte nel corso di una giornata il nostro modo di comportarci è condizionato dal sesso di chi ci sta di fronte o a cui stiamo scrivendo o parlando al telefono ?

Quanti di questi rapporti li potremmo definire sessuali, senza in alcun modo neppure sfiorare la carnalità, la molestia e neppure il flirt ?
Quanto ci dà piacere essere riusciti a strappare un sorriso sincero alla barista o alla funzionaria delle poste, o aver accennato ad alcuni problemi con un'amica  o una collega ?

Si tratta pur sempre di rapporti importanti che ci danno piacere,  forse più veri e significativi di certi "rapporti sessuali completi".
spontaneo = pericoloso
realtà virtuale
sesto comandamento 

giovedì 26 agosto 2010

Morale: A Terra

Nel senso che chi si azzarda anche solo appena a sollevare il tema, viene investito dal fango tutt'attorno.
Così il teologo Vito Mancuso esprime pubblicamente il disagio di continuare a pubblicare i suoi libri per Mondadori che, asserisce il  prof. Mancuso,  sembra stia beneficiando di una legge ad hoc che le permetterà di risparmiare circa 300 milioni di tasse a suo tempo insolute.
Il teologo si pone dei dubbi morali sul continuare a lavorare per Mondadori, essendosi proposto una vita incentrata su principi di giustizia.
Mondadori, da lui interpellata, gli risponde ma in maniera che egli non ritiene convincente.

Alcuni  dei colleghi scrittori, anch'essi chiamati in causa, gli rispondono con toni molto sfumati, salvo forse  il matematico Piergiorgio Odifreddi, che credo abbia rinfacciato al teologo tutti i soldi che la Chiesa incassa (secondo la legge).

A me sembra che se non sono gli intellettuali a dare il buon esempio, siamo proprio finiti.

Mi spiego meglio: è probabile, anzi certo, che problemi morali dello stesso ordine si siano presentati anche  a molti lavoratori dipendenti da aziende che producono fucili da caccia, armi talvolta adoperate per gesti criminali.
Ma è altamente improbabile che l'operaio di questa ipotetica fabbrica possa permettersi di licenziarsi e cercarsi un altro lavoro.

Qui parliamo invece di scrittori che vendono tanto, che qualunque casa editrice ambirebbe avere sotto contratto, e che quindi non avrebbero difficoltà a pubblicare i propri libri presso altri.

Allora qual'è il problema, che siccome l'operaio e l'impiegato non possono permettersi il dilemma morale,  se ne deve disinteressare anche l'intellettuale ?

Mi sembra una particolarmente perversa forma di solidarietà.
morale: a terra 2
l'avvenire del giornale
il fattore umano 
libero mercato in libero pensiero
sepolcri rossastri 

giovedì 19 agosto 2010

Divina Incoscienza

Tutti abbiamo sperimentato l'importanza di dare un nome.

Alcuni di noi hanno vissuto i travagli dello scegliere il nome giusto per il figlio; i lettori più giovani si saranno trovati in difficoltà a dare un nome al proprio animale domestico, e alcuni magari a trovare un soprannome allo scooter.

Imporre un nome, da sempre ìmplica una autorità verso chi quel nome riceve, ma ancor più una forte responsabilità e un dovere di protezione nei suoi confronti.
Così, narra la Bibbia, Dio stesso all'atto della creazione impone i nomi a ciò che sta plasmando; la luce e le tenebre le chiama giorno e notte, il firmamento lo chiama cielo, mentre all'acqua ed all'asciutto dà i nomi di mare e terra.

Sicuramente un privilegio divino, dare nome ad ogni cosa creata... Ma non a tutte.

Infatti il Signore, dopo aver formato l'uomo, vuole che continui lui ad imporre nomi.
Dio stesso porta davanti ad Adamo ogni uccello e animale, sta ad osservare in che modo l'uomo chiama ciascuno di essi, e decide che qualunque sia, quello resterà per sempre il suo nome.
censimento fatale

Così facendo, Dio sembra che abbia voluto associare l'uomo alla sua stessa opera creatrice, rendendolo proprio collaboratore.

Anche l'uomo perciò, stando a questa narrazione, avendo imposto nomi a tutti gli animali, ha una autorità, ma ancor più una responsabilità e un dovere di protezione nei confronti della natura.

Fiduciosi che il creatore sappia di chi a sua volta potersi fidare, nonostante tanti disastri osiamo dunque sperare che il futuro della terra sia nelle nostre mani, e che queste siano le migliori possibili.

superiorità della specie
impronta ecologica
pastori e magi
senza abbassare lo sguardo
the road 
l'ultimo cnesimento

giovedì 12 agosto 2010

Triste Pensione ?

Leggo su di un quotidiano il grido di dolore di un docente universitario.

Prossimo agli 80 anni, le nuove norme (forse) lo costringeranno alla pensione.
Ma, dice lo stesso prof., lui ha tante qualità ed esperienze, tante perle preziose ancora da distribuire; la sua scienza potrebbe ancora essere importante per la formazione di tante giovani menti.

Va bene, abbiamo capito, ci fidiamo sulla parola.
Però nella vita ci sono tanti cicli che si aprono e che ad un certo momento devono chiudersi.
Ri-ciclarsi, in questo caso, non sarebbe nulla di avvilente, anzi potrebbe dire aprire una nuova fase, sicuramente fruttuosa e ricca di soddisfazioni per una persona con tante qualità.
Non pretendiamo certo che il prof. si trasformi in imprenditore, ma viste le sue doti è sufficiente che faccia girare un curriculum, o semplicemente il proprio nome, specificando che da ora avrà maggior tempo libero e sicuramente riceverà tante proposte che non potrà soddisfarle tutte (conferenze, convegni, consulenze…).

Andare in pensione non fa certo perdere le proprie qualità e capacità, ma per chi ne ha voglia può voler dire metterle a frutto in maniera differente.
A meno che quel frutto non sia così attaccato all'albero, che senza di esso perderebbe tutte le sue (presunte) qualità.

O forse conferenze, convegni e consulenze, tutti retribuiti in aggiunta allo stipendio sicuro di docente, il nostro prof. li fa già da anni (nel “tempo libero”, ovviamente).
togliere ai poveri e lasciare ai ricchi
non autosufficienza dell'anziano
over 65
giovane regina e vecchi presidenti 

giovedì 5 agosto 2010

Malattie Della Crescita

Ormai ogni età della vita non è più vista come una fase con una sua autonoma dignità, ma come un problema da superare.

A cominciare dalla vecchiaia; un tempo, arrivare ad una veneranda età era motivo di prestigio e di orgoglio, oggi è un peso spesso insostenibile.
I bambini, che tenerezza, ma sono solo degli uomini in miniatura; e gli adolescenti, così sgraziati e spigolosi, speriamo che crescano in fretta.
Se poi sei un giovanotto, aspettano solo che tu metta la testa a posto.
Insomma, già abbiamo medicalizzato la paura e l'angoscia, a qualunque livello di disagio, facendole diventare sempre e comunque un disturbo nevrotico.
Adesso abbiamo anche degradato ogni stadio della vita trasformando ciascuno di essi in una malattia.

In Kenya il 12% dei bambini non arriva ai 5 anni di età, e se diventano adulti, la loro aspettativa di vita è di 54 anni.
Proviamo a chiedergli cosa ne pensano.

73 anime perse
toy story 3... (generazioni)
statistiche e meriti
mai dire ansia 
piacere e paura
volume 54 
bisogni e meriti
una malattia come le altre

giovedì 29 luglio 2010

Non Autosufficienza Dell'Anziano

Una volta si chiamava vecchiaia, ora si chiama così.
Una volta era un'età, una fase di vita, oggi è un problema economico, perché un settantenne spende o costa il doppio di un quarantenne in presidi sanitari, e il novantenne addirittura tre volte tanto il quarantenne.
Da qualche giorno lo leggiamo sui giornali, e tutti a pontificare che la si deve smettere col sistema delle badanti, e che però causa bassa natalità non ci saranno figli e nipoti per curarsi di questi qui (saremo noi) che non vogliono schiattare, e via così.
E allora dicono di farli rimanere al lavoro a tempo indeterminato, così tra la pensione e il decesso avranno meno tempo durante il quale angustiarsi pensando al futuro.
Pur con tante sfaccettature tra lavorare di più, assicurazioni sociali e fondi ad hoc, la soluzione che si propone è sempre solo quella di trovare soldi per accudire coloro che sono affetti da questa malattia incurabile che è la lunga vita, anche se così torniamo punto e a capo, perché i soldi serviranno per pagare il già vituperato sistema badanti (fortuna loro).
Grazie tante!
Da sempre, chi ha potuto ha messo da parte i risparmi per la vecchiaia e per fare qualunque cosa servono i soldi.
Nessuna vera proposta dunque.
Qualità e stili di vita possibili non sono altro che trascurabili particolari.
triste pensione ?
togliere ai poveri e lasciare ai ricchi

giovedì 22 luglio 2010

Toy Story 3... Generazioni

Film d animazione Disney-Pixar, venerdì sera con mio figlio Giulio, nove anni lui e cinquanta io.

Di fianco a noi due ragazze sul filo della maggior’ età.

E’ lo spettacolo delle venti e trenta, finisce in tempo per andare da qualche altra parte, verso divertimenti più adulti.

Sono ben vestite e truccate senza essere appariscenti, e si stirano giù l’abito un po’ corto.

Seguono il film in silenzio e senza un sorriso, ma con serietà ed attenzione. Ricorda loro sentimenti adesso estranei, da poco rimpiazzati con nuovi desideri, e che forse un po’ rimpiangono.

Al termine, accartocciato col bicchiere del pop corn, un pacchetto di Winston da dieci.

Nella fila dietro, l’altro mio figlio e i 3 amici tredicenni, non hanno nostalgie loro, ma incertezze su ciò che stanno diventando, e per farsi forti segnano rumorosamente il distacco dall’ infanzia, rappresentata sullo schermo, con commenti derisori verso ciò che vorrebbero superare ma in cui sono ancora immersi.

Le due giovani donne e i quattro ragazzini sono in bilico su soglie che ben conosco, e forse tra tutti loro solo io riesco a ridere di cuore alle battute dei giocattoli animati sullo schermo.

Anche Giulio ride ma è contento soprattutto di avermi a fianco.

Generazioni diverse, femmine e maschi, mi fanno tutti tenerezza e non sapendo a chi sentirmi più vicino, per sentirmi sicuro stringo la manina forte di Giulio.
spontaneo = pericoloso
diritti pesanti per fragili spalle
diversamente fedele
67 lune
senza abbassare lo sguardo
per sempre figlio 
le bombe e la caramella

giovedì 15 luglio 2010

Censimento Fatale

Leggo che il re Davide si attirò una severa punizione da Dio per aver compiuto un censimento degli Israeliti.


Sicuramente il suo venne considerato un atto di superbia ma, forse ancor di più, l'espressione di un sentimento di possesso nei confronti di quelli che il re non considerava più un popolo, ma dei sudditi.

Pretendere di contare tutti gli uomini della nazione, assegnando a ciascuno un numero, significava degradarli da individui a cose, equivaleva a trattare uomini come merci.




Oggi accettiamo di buon grado di essere censiti, ma abbiamo inventato tanti altri modi per trasformarci in numeri.

E allora ben venga un Dio che non ci considera merce intercambiabile e sacrificabile, ma persone uniche e preziose.
divina incoscienza
coraggio di partire, coraggio di restare
il cireneo
l'ultimo censimento

giovedì 8 luglio 2010

Magistrati In Sciopero

Assistiamo periodicamente a feroci attacchi alla magistratura.
Non che manchino critiche anche giustificate, ma ben altro conto è il tentativo di delegittimare tutta la categoria.

Da qualche tempo va anche di moda declassare tutti i magistrati in quanto non sarebbero altro che dei pubblici dipendenti, e neppure "Eletti".

Sappiamo che la fine dell'assolutismo e l'inizio della democrazia sono legate alla separazione dei tre poteri dello Stato: legislativo, esecutivo, giudiziario.
La magistratura nel suo insieme non è dunque una classe di impiegati di alto livello, bensì un potere dello Stato, come il Parlamento e il Consiglio dei Ministri.

Il fatto che i magistrati non vengano eletti, ma selezionati mediante concorsi pubblici non cambia di una virgola la questione.
Quello che fa problema sono invece gli scioperi, anche recentemente indetti dagli organi rappresentativi della categoria.

Organizzare o partecipare a scioperi, nel caso dei magistrati, fa pensare alla perdita di senso del proprio ruolo e rafforza gli attacchi di chi li considera dei "semplici” pubblici dipendenti.
voto di idoneità
cambiare le carte in tavola
la tav e l'antimuffa 

giovedì 1 luglio 2010

King Size (Il Male Minore ?)

Annunciato l'ennesimo aumento dei prezzi delle sigarette.

Ma in tutti, giovani e vecchi, c'è una componente tragressiva della personalità.
Poiché tale componente non è un fattore eliminabile ognuno, secondo le proprie attitudini e secondo l'età, deve imparare a gestirla positivamente, così come si dovrebbe fare per le proprie innate pulsioni aggressive.
Allora, cos'è "preferibile" ?
Che un giovane faccia la sua esperienza di trasgressione con qualche occasionale sigaretta o come protagonista del bullismo di branco ?
Al momento, specie dalle nostre parti, sembra quasi esserci più rigore, se non indignata esecrazione, verso la sigaretta che contro gli atteggiamenti di bullismo, magari legati al tifo calcistico.
Anche coloro che sono per la liberalizzazione delle "droghe leggere", così come i proibizionisti, dovrebbero essere d'accordo che se aumenta il prezzo del tabacco non è per nobili motivi, ma solo per maggiori entrate fiscali e profitti.
Entrambe le categorie dovrebbero forse contrastare questi aumenti.
Chi vuol liberalizzare dovrebbe avere ovvi motivi per farlo, anche se talvolta c'è più compassione e solidarietà per il malato tossicodipendente che verso un moderato tabagista iperteso col colesterolo un po' alto.
Meno ovvi sembrano i motivi dei proibizionisti, che tuttavia potrebbero acquisire una maggiore sensibilità.

Perché non so se qualcuno se ne è accorto, ma mentre le puzzolenti sigarette hanno prezzi sempre più alti, gli spacciatori in erba del sabato sera hanno messo in saldo le loro asettiche pasticche.
Pasticche senza odore né vergogna che a basso costo divorano, rapide ed  in silenzio.

diritti pesanti per fragili spalle
toy story 3...generazioni
felice incoerenza
die deutsche weisheit 
benedetta playstation
le bombe e la caramella 

giovedì 24 giugno 2010

Stabilimento Giambattista Vico

Credevamo che il progresso scientifico e tecnico ci stesse liberando.
Pensavamo che i nostri "privilegi" si sarebbero traformati in diritti per tutta l'umanità.
Illusi che il lavoro fosse un mezzo di realizzazione e sviluppo,
il fondamento del nostro essere nazione.
Scopriamo che il lavoro può ancora essere degradato a ricatto.
Può ancora assorbire e asservire a se stesso le vite di intere famiglie,
di famiglie di intere regioni dell'occidente industrializzato.

Non per il volere di un singolo maleducato,
di cattivi padroni che bestemmiano e ti fan fare tardi a cena.

Ma  per editti emanati da società beneficenti,
da imprese di bandiera dal volto umano.

Da chi sa di avere il diritto e il potere per imporsi;
da chi forse crede anche di averne il dovere verso la collettività.

In cambio di tasse ed incentivi con cui quella collettività per decenni l'ha sostenuto.
togliere ai poveri e lasciare ai ricchi
non autosufficienza dell'anziano
il fattore umano 
made in Italy
ogni 150 anni
grande manifestazione

giovedì 17 giugno 2010

Cambiare Le Carte In Tavola

Sempre più  in voga tranciare pesanti giudizi o battute sulla Costituzione.
Il paradosso è che il più delle volte chi dice certe cose lo fa da  posizioni
istituzionali conquistate proprio in base alla stessa Costituzione.
Una volta si diceva che non si deve mai sputare nel piatto in cui si mangia.
Io dico che chi gioca un certo gioco deve anzitutto perseguire i risultati seguendo le regole che già ci sono, e non nascondersi dietro l'assoluta necessità di cambiarle.
Sono le stesse da parecchi decenni.

giovedì 10 giugno 2010

Voto Di Idoneità

Da sempre il reclutamento dei magistrati, nonché dei pubblici dipendenti, avviene mediante concorso pubblico, di volta in volta con diverse e successive prove da superare.
In genere si tratta di prove finalizzate alla verifica del sapere ed eventualmente del saper-fare di chi si presenta per un certo incarico.
Ma ora non basta più !

Si prospettano anche colloqui di idoneità psico attitudinale, che immagino siano volti a verificare il saper-essere di un magistrato o di un dipendente pubblico.
Il suo saper-essere equilibrato, onesto, collaborativo etc.

Curiosamente, la stessa verifica non viene proposta per chi è eletto col voto del popolo, e quindi designato per legiferare e governare.

Si presume infatti che in Parlamentari, Sindaci etc., poiché hanno superato la prova del voto, esistano tutte le capacità necessarie, nonché le doti di equilibrio, onestà e via dicendo.

Ogni eventuale imperfezione viene purificata dall'Elezione.
La conquista dei voti, non importa in che modo ottenuta, colma ogni lacuna e sana ogni impurità, trasformando radicalmente colui che per l'appunto, è ormai L'Eletto.
magistrati in sciopero
cambiare le carte in tavola
camere costose

giovedì 3 giugno 2010

Togliere Ai Poveri E Lasciare Ai Ricchi

Sono state annunciate le misure progettate per evitare di sprofondare sempre più nel baratro della crisi economica.
Una manovra vagamente contraddittoria, rispetto agli indebitamenti sinora incoraggiati tra i consumatori con inviti ed incentivi alla spesa.
Una manovra che speriamo vada a buon fine.

Ciò che più stupisce è comunque la meraviglia di chi scopre che i provvedimenti ricadono soprattutto sulle spalle di coloro che già hanno di meno.
Con toni giustamente ma altrettanto ingenuamente scandalizzati.

Da che mondo è mondo infatti, in guerra ci vanno gli straccioni.
Le vittime di qualunque conflitto, anche sociale ed economico, sono fanti e marinai semplici, e solo marginalmente ammiragli e generali.

L'augurio è che per i prossimi futuri "caduti" sotto i sacrifici della manovra, vi sia più considerazione e riconoscente memoria di quanta ne dimostriamo verso coloro che si sono sacrificati, consapevolmente o meno, versando il proprio sangue per la nazione.
stabilimento giambattista vico
la memoria e il corteo
statistiche e meriti
ogni 150 anni
financial masters 
largo ai colonnelli?

giovedì 27 maggio 2010

Licenza Di Satira

Anche su questo un giorno bisognerà fare chiarezza.
Trincerarsi dietro una legittima autonomia della satira per giustificare insulti ed ingiurie non è più accettabile.

La libertà di satira è connessa con la libertà di pensiero e di espressione, ma questa va da sempre esercitata nel rispetto della dignità delle persone.


Fare della satira uno scudo dietro il quale colpire impunemente a destra e manca, utilizzando anche colpi proibiti, è scorretto e vigliacco.

Dare l'etichetta di satira ad atti di violenza morale non vale a trasformarli in accettabile, seppur aspro, esercizio di critica, così come chiamare atto d'amore un pugno sferrato ad un bimbo non serve a trasformarlo in carezza, e neppure in educativo rimprovero.

consumare: a ciascuno il suo
diritti pesanti per fragili spalle
soldatini di piombo
la bestemmia la legge e gli innocenti
il buon selvaggio

giovedì 20 maggio 2010

La Memoria E Il Corteo

La memoria é il filo conduttore della nostra esistenza.

Ricordare, per un popolo come per il singolo, da' senso ad avvenimenti che, se presi singolarmente, non avrebbero un significato compiuto.
Purtroppo però abbiamo una brutta abitudine, non so se tipicamente italiana

Non c'è anniversario che non possa degenerare in occasione per approfondire inimicizie. Non c'è commemorazione che non rischi di trasformarsi in scenario per accuse e insulti verso i propri avversari e per dare sfogo a rancorose rivendicazioni.

Allo stesso modo, qualunque corteo, raduno e persino funerale possono mutarsi, da manifestazione di appartenenza e volontà, o da rispettoso omaggio, in invettiva e attacco contro un nemico presupposto od opportunamente materializzatosi al momento giusto.

Così  la richiesta di giustizia diviene insulto e la memoria sfigurata, anziché unire, diviene un piccone brandito a scavare fossati ancora più profondi.

magistrati in sciopero
la memoria e il furore
25 aprile minuscolo 

giovedì 13 maggio 2010

Si Invocano Leggi Più Severe

E' il grido che si leva ad implorare non solo sanzioni più pesanti, ma sanzioni più numerose, per comportamenti potenzialmente pericolosi (quali non lo sono ?) sinora non regolati per legge.
Disgustati e sinceramente preoccupati dalla malvagità del nostro agire e dai danni che esso provoca, preghiamo con tutto il cuore lo Stato che ci forgi tavole della legge più rigide, e non con solo 10 comandamenti, ma con 100, 1000, 10000...

Così le leggi, che dovrebbero regolare e risolvere soprattutto le patologie, le eccezioni, le deviazioni, finiscono col permeare tutto il nostro modo di pensare ed agire.
Non ci figuriamo più nemmeno che possa esistere un evento non regolato per legge e nel quale sia invece la nostra sensibilità a dover prevalere: non sapremmo come comportarci.

Così non basta che, dopo aver guidato 10 minuti una minicar, chiunque sia capace di comprenderne affidabilità e limiti, assumendosi pertanto la responsabilità di ciò che combina.
No, serve una legge.

Così, per toglierle subito dal mercato, non basta neppure che le smart drugs mandino i nostri ragazzini fuori di testa, se non c'è la legge che le include tra le sostanze espressamente proibite.

Poi si scopre che non sono previste sanzioni per chi guida stando al telefonino, se si tratta di autisti di taxi e pullman !
E allora bisogna cambiare la legge !
Ma già che ci siamo, essa provveda pure per chi guidando si mette il rossetto, o cerca in tasca gli spiccioli, o smanetta con l'autoradio, o si soffia il naso etc.

La (presunta) imparzialità e oggettività della legge è il motivo per cui la guida in stato di ebbrezza non viene valutata sulle reali condizioni psico-fisiche, con semplici test di coordinazione motoria, ma con la scientifica misurazione dell'alcool nel sangue, ovviamente attraverso apparecchi omologati per legge.